Stamattina in radio passavano Open Your Mind degli U.S.U.R.A. (progetto Italian dance anni ’90 di grande successo). Mi è bastato niente per fare due conti, alla vigilia del Midem poi, l’appuntamento invernale più atteso dall’industria discografica mondiale (a proposito, quest’anno non ci andrò e me lo dovrò far raccontare).
Gli “Anni Zero” appena conclusi non hanno prodotto alcuna novità, in termini di generi.
I prolifici “Eighties” rimarranno, mi sa, imbattuti a lungo (new wave, electro pop, albori della house etc.); i Novanta resteranno nella storia perchè hanno visto per lo più la nostra Italia protagonista indiscussa (techno, progressive, spaghetti house, dance d’esportazione).
Cosa potrà mai segnare il decennio musicale che ci attende?
Forse tanto. Forse niente.
Come scriveva un tempo Jovanotti: “è sempre la stessa canzone che va, da 1200 anni fa”? Oppure l’italico ingegno riuscirà anche stavolta a lasciare il segno?
Da chi da 20 anni riesce a vendere la techno ai tedeschi (patria dei Kraftwerk) mi aspetto ancora il gran guizzo.
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